Il legno prende fuoco come tutti i materiali
La credenza che un edificio in legno sia il più pericoloso in caso di incendio non è assolutamente vera.
Non solo è falso, ma è addirittura vero il contrario: edifici interamente in legno, tanto in lamellare quanto in massello, garantiscono REI pari o addirittura superiori alle strutture in muratura e in calcestruzzo armato.
Le probabilità che si verifichi un incendio sono le stesse di qualsiasi altro edificio realizzato con materiali tradizionali, questo perché la causa primaria di incendio non è mai la struttura, quanto piuttosto i tendaggi e le stoffe, gli elettrodomestici.
Nel mondo vi sono realtà in cui il legno è largamente impiegato e ricopre un ruolo primario nel panorama edilizio–architettonico; per fare soltanto due esempi, esistono città come Trondheim (Norvegia) in cui la maggior parte degli edifici è in legno, mentre negli USA lo sono il 90% degli edifici residenziali.
Quando parliamo di legno parliamo di una materia viva e vitale, che dimostra la sua forza proprio nelle condizioni peggiori, incendio compreso, malgrado ciò che siamo comunemente abituati a pensare. Il legno, (sia massello che lamellare) richiede in realtà un tempo molto lungo per bruciare in modo significativo oltre la superficie e ciò si deve al fenomeno della carbonatazione del legno: sottoposto a fiamma diretta il legno inizia a bruciare, ma raggiunti i 240°C ha inizio un processo di carbonizzazione dello strato più esterno che così facendo protegge come uno scudo la parte più interna, impedendo quindi alla sezione resistente di ridursi se non in tempi molto lunghi.
Nel caso di un’essenza largamente impiegata come l’abete, la velocità di penetrazione della carbonatazione è di 0,7 mm/min per legno lamellare e 0,9 mm/min per il legno massello. Dunque il collasso delle strutture in legno per incendi è una probabilità davvero remota, poiché può avvenire solo per la progressiva riduzione della sezione, non per il decadimento delle caratteristiche meccaniche o per i cedimenti vincolari dovuti alla deformazione delle strutture come invece avviene nel caso di acciaio e calcestruzzo.
A riprova della resistenza al fuoco delle costruzioni in legno, un test realizzato nel 2007 in Giappone presso il Building Research Institute di Tsukuba ha dimostrato che un edificio sottoposto per un’ora ad un carico di incendio doppio rispetto a quello previsto per la sua destinazione d’uso, con struttura portante in legno può resistere tranquillamente a un forte incendio, garantendo gli standard di sicurezza degli occupanti e delle squadre di soccorso.
PERCHE’ IL LEGNO RESISTE AL FUOCO
Il legno possiede per sua natura caratteristiche fisico–meccaniche che comportano vantaggi unici in termini di sicurezza:
ridotta dilatazione termica, grazie alla quale gli elementi strutturali lignei si deformano molto poco se esposti al fuoco e le connessioni tra le diverse membrature restano stabili;
zero emissioni nocive; il legno non trattato con impregnanti chimici non sviluppa esalazioni tossiche durante la combustione;
bassa conducibilità termica, per cui il legno funge da protezione ai connettori metallici e agli impianti inseriti nelle murature lignee.